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COMUNICATO 2.4.21 su avanzamento PNRR

La Relazione delle Commissioni Riunite del Senato, 5a (Programmazione economica e bilancio), 14a (Politiche dell’Unione europea) sulla proposta di Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza del 31-03-2021 ha accolto molte delle istanze presentate da CATAP durante l’Audizione dell’11 marzo e nei documenti inviati.

La relazione ha raccolto i pareri di tutte le Commissioni permanenti, e intende colmare le gravi lacune in tema di biodiversità, ecosistemi, e della loro trasversalità rispetto a tutti i temi del PNRR:  aspetto che lo rende debolissimo anche di fronte alle linee guida europee ma, soprattutto, di fronte alle sfide ambientali che, se non affrontate, rischiano di vanificare gli investimenti che verranno.

E’ con soddisfazione che abbiamo ritrovato nella relazione alcune delle nostre proposte, e crediamo che questo risultato sia dovuto allo sforzo complessivo di molte Associazioni e, in generale, della società civile, che c’è. È viva e non demorde nonostante le grandi difficoltà.

E’ evidente che il percorso è tutt’altro che concluso: adesso occorrerà verificare che i punti per noi qualificanti restino nella versione finale del Piano, e che anche gli altri atti normativi in corso di predisposizione (ad esempio quello sulla rigenerazione urbana) siano coerenti.

Ringraziamo intanto le commissioni per l’ascolto e per il grande lavoro svolto, in particolare i relatori Pesco e Stefàno, e i Senatori tutti che hanno contribuito.

Con l’occasione rinnoviamo come CATAP l’invito verso altre organizzazioni che condividono le nostre priorità in tema di biodiversità, ecosistemi e paesaggio, a trovare forme di coordinamento e collaborazione che aumentino le possibilità di un loro accoglimento in sede istituzionale.

NOTA SULLO STATO ATTUALE DEL RECOVERY PLAN

Come C.A.T.A.P. (il Coordinamento di 8 associazioni tecnico-scientifiche che si occupano di ambiente e di paesaggio) siamo allibiti di fronte a quanto sta avvenendo in Italia sul fronte del Recovey Plan (il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che verrà mandato in Europa per i finanziamenti della Next Generation EU).

La preoccupazione è che si perda l’occasione forse unica di  migliorare  il futuro delle nuove generazioni,  il nostro sconcerto non è solo sulle strumentalizzazioni politiche che rischiano di far saltare i finanziamenti, ma anche sul merito dei contenuti degli atti finora disponibili: la Bozza del 6 dicembre scorso, le schede-progetto del 29 dicembre, il documento di “indirizzi” e la nuova tabella-progetti del 6 gennaio.  Nonostante la presenza della parola “transizione”, non c’è una logica di coerenza che dia garanzia che  i progetti previsti, tra di loro scollegate, possano aprire davvero un nuovo modello di sviluppo, attraverso investimenti che consentano un ritorno economico indispensabile per la restituzione della quota parte di prestiti.

Nelle premesse e nelle azioni previste dagli atti ad oggi disponibili c’è una grave lacuna che, se non colmata, non risolverà il degrado ambientale del nostro paese ed i danni economici collegati, da quelli idrogeologici esaltati dai cambiamenti climatici ai rischi di nuove pandemie derivate dai corto-circuiti biologici provocati da sbagli nelle nostre attività.  Manca pressochè completamente la considerazione degli ecosistemi (quelli concreti che producono servizi per la vita, non solo quelli metaforici del digitale e dell’economia – questi sì richiamati negli atti), della biodiversità (dalle specie che danno valore ai territori a quelle critiche, compresi i virus e le specie aliene), del paesaggio (il condensato concreto dei luoghi così come percepiti dalle popolazioni e dalla cultura, che oltre ad essere una base della nostra ricchezza è anche imposto dalla nostra Costituzione come vincolo ed opportunità nei processi decisionali). Non si commetta l’errore di pensare che i temi indicati siano solo questioni di fiori ed insetti (che pure sono fondamentali: senza i loro servizi nelle impollinazioni sarebbe una tragedia), lontani da ciò che si considera come economia vera.

L’emergenza Covid-19 ha messo in evidenza la vulnerabilità dei nostri sistemi urbani ed extraurbani nelle loro componenti socio-economiche, ambientali e organizzative.  Dunque, le azioni più urgenti dovrebbero essere focalizzate a ridurre le vulnerabilità del sistema ricordando anche come le principali occasioni recenti di incontro internazionale (ad es.  The Global Risk Report del World Economic Forum del 2018), mettano ai primi posti delle cause di rischio per gli investimenti gli eventi climatici estremi, i disastri naturali, il fallimento delle politiche di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici e, subito dopo, la perdita di biodiversità e il collasso degli ecosistemi).

Se non è realistico chiedere una riscrittura del Piano, sono però possibili miglioramenti anche sostanziali.  Non è necessariamente una questione di nuove voci di spesa, ma di riconoscimento del ruolo basale del tema esposto nella relazione generale del Piano,  e di previsione di strumenti per una sua considerazione nella fase attuativa di molti dei progetti previsti, ad esempio prevedendo in modo regolare l’utilizzo di infrastrutture verdi e blu di raccordo con il contesto territoriale, e di NBS (Nature Based Solutions come richiesto dagli atti europei) in grado di produrre effettivamente resilienza ed adattamento nei confronti dei nuovi rischi incombenti. Come C,A.T.A.P. siamo in grado di dare suggerimenti al riguardo, in uno spirito costruttivo e esclusivamente volto al pubblico interesse.

RECOVERY PLAN E NATURA. DOCUMENTI, COMUNICAZIONI, ARTICOLI

BIODIVERSITA’/ECOSISTEMI/PAESAGGIO, un pilastro irrinunciabile nella transizione italiana ad un nuovo modello di sviluppo –   RIFERIMENTI PER LA TRANSIZIONE ECOLOGICA E PNRR

Documenti di C.A.T.A.P. ed associazioni aderenti

Comitato Capitale Naturale (Legge 221/2015): Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è un’occasione da non fallire. Comunicazione congiunta degli esperti del Comitato Capitale Naturale (Legge 221/2015) sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Next Generation EU)

Ferdinando Boero. Il Fatto Quotidiano 16.12.20: La biodiversità è sacrosanta. Peccato che nel Next Generation Italia non se ne parli

Antonio Cianciullo. Huffington Post 28.12.20.  La minaccia di 800mila virus per l’uomo, “è la biodiversità a difenderci”

Paolo Pileri. Post su Salviamo il Paesaggio.it, 27.12.20.  Piano nazionale di ripresa: la “rivoluzione verde” che fa pagare il conto al verde

 

INDICATORI SANITARI E FATTORI ECO-STRUTTURALI

Correlazioni tra dati COVID-19 e potenziali fattori di condizionamento territoriali e ambientali in Italia. Premessa metodologica. Nota tecnica 1.6.2020

Alcuni fattori di relazione spaziale con i contagi da COVID-19 sul territorio italiano. Draft preliminare 1.6.2020

 

E’ stato attivato uno studio sulle rela

Landscape Unifi.it  (post 15.3.2020) –  Coronavirus, agricoltura tradizionale come modello per ripartire Lo studio dell’Università di Firenze


Luigi di Marco (post 8.4.2020 su salviamoilpaesaggio.it) –  I cambi d’uso del suolo sono la causa principale delle malattie infettive

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Basta che il movimento forsennato degli umani si fermi per un mese e la natura ritorna, il paesaggio della vita di tutti i giorni si arricchisce. Non è destino che il ritorno “alla normalità” alla fine dell’epidemia  (la ri-presa, la ri-nascita, la ri-generazione) coincida con la ri-perdita di questi valori ritrovati, che devono invece essere trattenuti e fatti incontrare con giuste azioni nelle città e sul territorio.

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